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Latte parzialmente scremato

Latte Parzialmente Scremato

Scopri i valori nutritivi, le calorie e le proprietà del latte parzialmente scremato.


Tutti i prodotti lattiero caseari svolgono un ruolo essenziale nella dieta della popolazione italiana: tra questi, il latte fornisce l'apporto più alto in termini di grammi giornalieri pro-capite, pari a quasi 130 grammi; mentre se si considera il numero totale di consumatori, i formaggi e la ricotta toccano quota 98,4% e lo yogurt meno del 50%.

Il mercato alimentare mette a disposizione del consumatore diversi tipi di latte vaccino: quello intero, quello parzialmente scremato e quello scremato che si distinguono tra loro per il diverso contenuto di materia grassa. Il latte intero, infatti, contiene il 3,5% di grassi, quello parzialmente scremato tra l'1,5% e l'1,8% di grassi e quello scremato meno dello 0,5% di grassi.

Diversamente dal primo, ai latti che subiscono la scrematura viene rimossa parte della componente lipidica: subito dopo la mungitura, il latte vaccino entra in contatto con delle impurità provenienti dall'animale, dall'ambiente e dagli attrezzi utilizzati; per questo motivo, viene purificato attraverso un processo industriale di centrifugazione ad altissima velocità che elimina le particelle più pesanti e separa la fase grassa dall'acqua. A quel punto, la panna e il latte magro ottenuti possono essere rimiscelati in differenti proporzioni per ottenere il latte con la percentuale di grasso desiderata.

In generale, pur essendo ricco di nutrienti, il latte è un alimento con una bassa densità energetica: le kilocalorie, infatti, oscillano tra le 64 del latte intero e le 36 di quello scremato per 100 grammi di prodotto. Nonostante la minore presenza di grasso, il latte parzialmente scremato contiene gli stessi princìpi nutritivi di quello intero, sebbene in quantità ridotte: le proteine, che servono alla riparazione delle cellule, regolano i processi metabolici e svolgono importanti attività immunitarie; gli zuccheri (soprattutto il lattosio) che ha una funzione energetica ed è importante per lo sviluppo dei tessuti nervosi; i minerali, come il calcio e il fosforo, che partecipano alla formazione e al mantenimento di ossa e denti e alla coagulazione del sangue; le vitamine, come la A, la B e la D, che sono importanti rispettivamente per la vista, per la formazione dei globuli rossi e per l'assorbimento del calcio.

Uno dei benefici del latte parzialmente scremato (e dei suoi derivati) è legato al trattamento dell'ipertensione: già da qualche decennio, alcune ricerche avevano dimostrato l'esistenza di una proporzione inversa tra l'assunzione di minerali, in particolare di calcio, e la pressione arteriosa. I derivati del latte simboleggiano la fonte biologica primaria di calcio e, specie quelli magri, sono poveri di sodio e grassi saturi, con significativi benefici sul controllo della pressione.

L'Università di Harvard nel 1997 aveva condotto uno studio (DASH, Dietary Approaches to Stop Hypertention) che mostrava come il livello della pressione arteriosa potesse essere ridotto consumando prodotti lattiero caseari con un basso contenuto di grassi [1]. La ricerca confrontava tre gruppi di soggetti sottoposti a differenti regimi alimentari: il primo consumava una tipica dieta americana con molte calorie e poche fibre, il secondo seguiva una dieta a base di 5-6 porzioni giornaliere di frutta e verdura, e il terzo affiancava alla dieta con frutta e verdura 3 porzioni al giorno di derivati magri del latte. Si è osservato che quest'ultima dieta raddoppiava l'effetto sulla riduzione della pressione rispetto al secondo tipo di alimentazione, con un beneficio addirittura maggiore nei pazienti ipertesi. Gli autori hanno concluso che la dieta DASH potrebbe essere una valida alternativa ai farmaci dedicati al controllo della pressione, almeno nelle persone con ipertensione lieve, e tali risultati sono stati confermati da altri studi clinici successivi.



[1] Libro bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari.