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Nutrizione e salute

LATTE ALIMENTARE: LA CONFEZIONE NON E' UN OPTIONAL

11-11-2009

Ecco tutte le buone ragioni per cui la confezione è essenziale per garantire la qualità del latte


Protegge dalle contaminazioni esterne, conserva le migliori condizioni igieniche ed organolettiche, fornisce l'etichetta con tutte le sue utili informazioni, a cominciare dalla data di scadenza, e infine viene pure riciclata: ecco tutte le buone ragioni per cui la confezione è essenziale per garantire la qualità del latte.

E' uno di quei prodotti per cui è meglio comprare "a scatola chiusa": infatti il latte venduto in brik o in bottiglie di vetro o plastica è sicuro, controllato in tutta la sua vita commerciale e garantito dalle aziende lattiero-casearie che lo producono perché, essendo preconfezionato, conserva tutte le sue caratteristiche organolettiche e nutritive.

Difatti il packaging è un bene prezioso per il consumatore: protegge il latte, lo conserva e fornisce molte informazioni utili. Le stesse aziende lattiero-casearie scelgono di vendere il latte in imballaggi chiusi, e di assumersi i relativi costi in termini di tecnologia, materiali e logistica, proprio perché in questo modo possono assicurare l'integrità del loro prodotto "from farm to fork" e fornire al consumatore tutte le garanzie sul piano organolettico ed igienico-sanitario.

Ma perché è tanto importante confezionare il latte?
Per diverse ragioni. Innanzitutto per prevenire la contaminazione dagli agenti esterni di natura biologica, chimica e fisica, in modo da conservare il latte nelle migliori condizioni igieniche ed organolettiche per tutta la sua durata commerciale. Così al consumatore viene garantito che il latte che sta bevendo mantiene lo stesso sapore e gli stessi valori nutritivi di quando è stato confezionato.

Inoltre sulla confezione il consumatore trova tutte le informazioni necessarie per fare una spesa consapevole: il nome del produttore, la sede dello stabilimento, l'elenco degli ingredienti, il valore nutrizionale, le modalità di conservazione e gli eventuali suggerimenti per il consumo.

Ma soprattutto su ogni confezione di latte è ben visibile la data di scadenza, un'informazione indispensabile per consumare il latte in tutta sicurezza. In ogni momento, infatti, basta un'occhiata per verificare se il latte stivato nel frigorifero di casa è ancora adatto al consumo. Per il "latte fresco pastorizzato" e il "latte fresco pastorizzato di alta qualità" la durata è di 6 giorni, per il "latte microfiltrato" sale a 15 giorni, per il "latte pastorizzato a temperatura elevata" a 26 giorni e per il "latte Uht" a 3 mesi.

Un'altra informazione fondamentale per garantire la sicurezza alimentare è il lotto di produzione, che permette di risalire a ritroso lungo tutto il percorso fatto dal latte, dai punti vendita sino alle stalle. Così, in caso di necessità, le aziende lattiero-casearie possono individuare e ritirare in modo rapido i lotti di prodotto.

Sulle confezioni del latte sono indicate anche le informazioni relative all'imballaggio, come il tipo di materiale usato. Tutti i materiali utilizzati sono conformi alla legislazione alimentare, idonei al contatto con gli alimenti e non alterano le caratteristiche organolettiche del latte perché rispettano gli standard microbiologici, di protezione dalla luce, di barriera ai gas e di resistenza meccanica.

La confezione, poi, non viene scelta a caso. Ogni latte, ad esempio, ha esigenze diverse in funzione della sua durabilità: le confezioni richiudibili permettono di conservare la freschezza e l'aroma del latte quando è in frigorifero, mentre i contenitori opachi o colorati proteggono dalla luce i prodotti che durano più a lungo. Vengono, poi, utilizzati materiali sempre più leggeri, che riducono l'impiego di materie prime e che sono compatibili dal punto di vista ambientale.

Inoltre nella maggior parte dei casi le confezioni vengono avviate alla raccolta differenziata e quindi riciclate. Le bottiglie di vetro vengono infatti riutilizzate per produrre nuovo vetro, quelle in plastica vengono usate per realizzare tessuti in pile, nuovi contenitori od oggetti in plastica. Infine dal riciclo dei contenitori in cartone, che avviene in oltre 3.000 Comuni italiani, si ottengono nuovi carta e cartone.