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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE

15-08-2018

Agosto 2018


Il tema degli accordi internazionali continua a scaldare gli animi, con due fazioni contrapposte.

Da una parte troviamo l’Unione europea, sostenuta dagli europeisti e da buona parte del mondo delle imprese (noi compresi), che va avanti cercando di siglare intese con gli altri grandi player mondiali per giungere all’abbattimento delle barriere, facilitare gli scambi, aprire nuovi mercati. Dall’altro lato troviamo numerosi gruppi di oppositori, sostenuti da alcune organizzazioni e sindacati, che frenano, sostenendo che i contro superano i pro, e premono perché Parlamento e Governo non ratifichino le intese già approvate dall’Unione.

Su queste pagine, abbiamo già parlato di questo delicato tema, che torna alla ribalta con periodicità sempre più ravvicinata: al crescere del numero di intese, si moltiplica la frequenza degli incontri e con essi le occasioni per ribadire la propria posizione.

Gli accordi di cui parliamo sono spesso molto ambiziosi e abbracciano diversi campi e settori.

L’alimentare è uno dei capitoli più delicati, che stimola il dibattito su tre temi chiave: dazi, barriere non tariffarie, tutela delle Indicazioni geografiche.

Il tema dazi è uno di quelli più sentiti dalle aziende del nostro settore, perché incidono sui prezzi e, quindi, sulla competitività. Da sempre sosteniamo la necessità di azzerarli, anche in modo progressivo, e siamo convinti che usati come strumento protezionistico possono trasformarsi in arma a doppio taglio, con conseguenze pericolose. Provocano reazioni a catena e circoli viziosi dai quali è difficile uscire. Si pensi solo a cosa sta succedendo sui mercati mondiali dopo le decisioni del presidente Trump che vuole colpire i prodotti made in Cina in entrata negli Usa.

Un altro tema delicato è quello delle barriere non tariffarie. Ogni Paese ha proprie normative ed è difficile far accettare agli altri le nostre regole, così come lo è per noi accettare quelle altrui. Chi non ricorda la questione dei formaggi a latte crudo sollevata dalla Fda? Quanto abbiamo lavorato per spiegare agli amici americani che il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Pecorino Romano e il Provolone sono formaggi sicuri? Come dimenticare il blocco del Gorgonzola in Cina per colpa delle muffe (ebbene sì, nel Gorgonzola ci sono le muffe!)? Sono prodotti che mangiamo da mille anni, perché dovrebbero creare problemi fuori dai nostri confini? Questo è quello che sosteniamo in ogni dove, ma poi non vogliamo accettare le regole altrui, partendo dal presupposto che le autorità sanitarie del resto del mondo siano meno sensibili delle nostre alla salute pubblica. E dimenticando che, per funzionare, gli accordi devono ispirarsi a principi di reciprocità.

Il dibattito sulla tutela delle Indicazioni geografiche chiude il cerchio con l’impossibilità di veder riconosciuti numerosi prodotti europei.

Per questo tanti oppositori chiedono di restituire al mittente gli accordi che non salvaguardino le nostre tradizioni alimentari (se passasse questa linea non sarebbe possibile alcun accordo). Anche in questo caso ci vorrebbe un pò di chiarezza: l’albo dei prodotti europei Dop e Igp è molto recente. È nato nel 1996 e in questi 22 anni si è arricchito di centinaia di nuovi prodotti: nel nostro settore le Dop sono passate da 30 a 50; le denominazioni riconosciute in Europa sono più di 1.300, a cui si aggiungono quasi 1.600 nomi di vini! Negli elenchi ci sono prodotti registrati grazie a una “storia” certificata di 25 anni; prodotti quasi ignoti ai più, che nessuno ha intenzione di imitare. Ha senso che per ottenere la loro tutela si ostacolino intese che valgono centinaia di milioni di euro?

La tutela della proprietà intellettuale è una cosa importante, come sa chiunque abbia a cuore le produzioni industriali (e chi scrive le ha molto a cuore). Però, gli strumenti per ottenerla sono anche altri e non si possono caricare di così tante aspettative le trattative per gli accordi internazionali. A tirare troppo la corda, prima o poi si spezza!

Adriano Hribal

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