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Il Mondo del Latte

4 DOMANDE A: MARIO CATANIA

12-11-2014

Presidente della Commissione anticontraffazione della Camera dei deputati


Onorevole Catania, lei è anche membro della Commissione agricoltura della Camera dei deputati. Quali sono i progetti di legge più interessanti e urgenti per la tutela delle filiere alimentari?
Nel corso di questa legislatura abbiamo proseguito l’attività già avviata dal Parlamento negli anni scorsi, con l’obiettivo di aumentare il livello di tutela dell’agroalimentare italiano. Vi sono molte proposte di legge che si inseriscono nell’ambito della protezione della filiera. Credo tuttavia che si debba fare di più, concentrandosi sulle esigenze delle imprese agricole e di quelle alimentari,
avendo anche il coraggio di affrontare temi difficili, come ho fatto durante la mia attività di governo con l’art. 62 sui pagamenti all’interno della filiera.

Quando si parla di made in Italy non c’è uniformità di vedute. Secondo alcuni bisogna valorizzare la capacità delle nostre imprese di produrre alimenti di grande qualità selezionando le migliori materie prime disponibili. Del resto, l’Italia non è autosufficiente nelle materie prime agricole e qualunque soluzione diversa sarebbe un autogol. Altri vogliono invece che nel food il made in Italy sia vincolato alle materie prime. Cosa ne pensa? Vede possibile una soluzione?
Consumiamo più materie prime di quante ne produciamo e l’importazione è fisiologica. In molte filiere si tratta di un dato strutturale, mentre in altre la produzione di materie prime potrebbe essere maggiore. Ma non è questo il punto centrale. Noi abbiamo bisogno di una visione di sistema che rispetti e valorizzi tutte le componenti della filiera. Sappiamo tutti che le nostre imprese alimentari hanno grandi capacità imprenditoriali e devono essere messe nelle condizioni migliori per accrescere fatturato e redditività. Occorre però che i nostri industriali abbiano anche la lungimiranza di ricordare sempre che è fondamentale rispettare l’agricoltore. In questa fase storica le imprese agricole italiane, nonostante producano materie prime di qualità, sono schiacciate dalla competizione internazionale. Dobbiamo capire che assicurare un congruo reddito agli agricoltori non solo è giusto, ma è anche estremamente utile a tutti, industria compresa. Tutto il resto è contorno.

Da pochi giorni è diventato presidente della Commissione anticontraffazione. Qual è il compito della Commissione? Ha un ruolo di indagine e di approfondimento e di definizione di nuove norme o può anche agire direttamente sulle condotte fraudolente?
I poteri della Commissione, che ho l’onore di presiedere, sono quelli di inchiesta, ma anche di valutazione e di proposta. L’obiettivo della Commissione non sarà soltanto lo studio e l’indagine dei fenomeni della contraffazione (in tutti i comparti produttivi), della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, ma anche l’elaborazione di proposte in termini di miglioramenti della legislazione vigente sul piano nazionale. E, a mio avviso, dovrà anche fornire supporto al Governo per costruire linee di negoziato nei rapporti con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea e con i partner internazionali.

Si parla sempre più spesso di contraffazione alimentare, facendo grande confusione tra fenomeni molto differenti. A nostro avviso, anche se quasi ogni giorno i mass media lanciano l’“allarme”, la vera contraffazione del food in Italia è poco diffusa. Mentre ci sono molti problemi sui mercati esteri, soprattutto su quelli d’oltreoceano, dove l’imitazione di prodotti italiani, l’Italian sounding e finanche l’uso delle nostre Dop sono legittimi e rubano spazio ai nostri imprenditori. Qual è la strada maestra per risolvere questi problemi?
Sono d’accordo sull’analisi di fondo. Non penso che in Italia ci sia un fenomeno rilevante di “contraffazioni” alimentari, salvo forse due o tre prodotti che hanno una problematica particolare. Ci sono sicuramente problemi di contraffazione molto più importanti negli altri comparti produttivi, dal sistema tessile/moda a molti altri settori industriali. Però dobbiamo anche ricordarci che i consumatori sono, per ovvi motivi, molto più attenti agli alimenti che ad altri prodotti. Dobbiamo, quindi, fare il massimo per evitare ogni contraffazione alimentare (e ovviamente anche tutti gli altri illeciti che toccano i cibi, a partire da quelli igienicosanitari). Diversa è la situazione all’estero, dove, proprio per il nostro livello di eccellenza, siamo oggetto di contraffazioni e usurpazioni di tutti i tipi e su tutti i mercati. La globalizzazione ha amplificato il fenomeno, rendendolo ancora più complesso, frastagliato e difficile da combattere. La tutela del made in Italy alimentare nel mondo è certamente l’impegno più difficile.

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