
Il Mondo del Latte
L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE
15-03-2025
Marzo 2025
Il tema latte crudo è tornato alla ribalta per alcuni casi di gravissime tossinfezioni che hanno riguardato bambini piccoli, che avevano mangiato formaggi contaminati da Escherichia Coli Stec+.
Nei mesi scorsi si è parlato molto di possibili nuove norme di etichettatura, con alcune proposte di legge bipartisan alla Camera e al Senato, e si è insediato un tavolo Interministeriale formato da Minsal e Masaf, partecipato dall’Istituto superiore di sanità, da alcuni Istituti zooprofilattici e da Assolatte.
L’argomento è serio: stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, infatti, il rischio di infezioni legato al consumo di alcune categorie di formaggi a latte crudo, freschi o poco stagionati, non è trascurabile. Dai lavori è emerso anche un altro aspetto molto importante. L’etichettatura è solo uno dei tanti elementi da valutare e – probabilmente – non risolve il problema, che va affrontato con massima decisione.
Assolatte condivide, quindi, l’approccio a 360 gradi proposto dall’Istituto superiore di sanità. Le aziende agricole il cui latte è destinato a questi prodotti devono lavorare meglio: sono necessari più controlli e maggiore professionalità.
Le imprese che lavorano questo latte destinandolo a formaggi “a rischio” devono migliorare: non deve esserci spazio per strutture inadeguate e per chi non rispetta le regole sanitarie.
L’associazione supporta anche la necessità di una maggiore severità nei controlli delle strutture e dei prodotti. Che siano allevatori, artigiani o imprese strutturate, il problema non cambia. Anche se il rischio zero non esiste, è evidente che si può fare molto per ridurlo. Bisogna agire, quindi, e bisogna farlo in fretta, per cercare di evitare altri drammi.
Nei mesi scorsi si è parlato molto di possibili nuove norme di etichettatura, con alcune proposte di legge bipartisan alla Camera e al Senato, e si è insediato un tavolo Interministeriale formato da Minsal e Masaf, partecipato dall’Istituto superiore di sanità, da alcuni Istituti zooprofilattici e da Assolatte.
L’argomento è serio: stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, infatti, il rischio di infezioni legato al consumo di alcune categorie di formaggi a latte crudo, freschi o poco stagionati, non è trascurabile. Dai lavori è emerso anche un altro aspetto molto importante. L’etichettatura è solo uno dei tanti elementi da valutare e – probabilmente – non risolve il problema, che va affrontato con massima decisione.
Assolatte condivide, quindi, l’approccio a 360 gradi proposto dall’Istituto superiore di sanità. Le aziende agricole il cui latte è destinato a questi prodotti devono lavorare meglio: sono necessari più controlli e maggiore professionalità.
Le imprese che lavorano questo latte destinandolo a formaggi “a rischio” devono migliorare: non deve esserci spazio per strutture inadeguate e per chi non rispetta le regole sanitarie.
L’associazione supporta anche la necessità di una maggiore severità nei controlli delle strutture e dei prodotti. Che siano allevatori, artigiani o imprese strutturate, il problema non cambia. Anche se il rischio zero non esiste, è evidente che si può fare molto per ridurlo. Bisogna agire, quindi, e bisogna farlo in fretta, per cercare di evitare altri drammi.