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Il Mondo del Latte

L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE: L'ITALIA CHE VA AL CONTRARIO

01-08-2014

Se l' italia va al contrario bisogna correre il triplo


 
“Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!”

Prendo in prestito qualche battuta della Regina di cuori in “Alice nel paese delle meraviglie” per due brevi riflessioni.

La prima riguarda le innumerevoli incoerenze con cui troppo spesso dobbiamo confrontarci. La Regina di cuori – forse non tutti lo ricordano – è a capo del Paese che va al contrario. Per questo correndo si resta fermi.

Rileggendo il libro, ho pensato alle analogie tra il mondo fantastico di Alice e l’Italia, un Paese reale, dove sempre più spesso si ragiona al contrario.Qualche esempio?

Siamo il Paese che produce i migliori cibi del mondo, eppure non c’è settimana che giornali, televisione o il solone di turno non mettano in discussione questo primato: parlando male dei prodotti in commercio e sputando sentenze sulla qualità di quel che entra nella borsa della spesa delle famiglie italiane.
Cui prodest? A nessuno.

Siamo il Paese che ha un sistema di controlli tra i più efficaci del mondo. I controlli e i controllori ai quali devono sottostare le aziende sono addirittura troppi e comportano aggravi di spese inutili per le imprese e per lo Stato.

Si controlla tanto e si controlla bene.

Eppure sembra che l’Italia sia diventato il Paese degli scandali alimentari, delle agromafie, della contraffazione. Anche in questo caso la domanda è: cui prodest? A chi giova questo allarmismo continuo e sistematico? E la risposta è: a nessuno.

La seconda riflessione è legata alla necessità di correre davvero, di fare in fretta, per il bene dei giovani.
Nel libro di Lewis Carrol si corre il doppio perché altrimenti si sta fermi.

In Italia bisognerebbe correre il triplo per recuperare il tempo perduto.

Siamo in ritardo nella modernizzazione del Paese, nella sburocratizzazione, nella legislazione, nelle liberalizzazioni. Siamo in ritardo perfino nello spender soldi altrui: progetti e programmi strutturali finanziati dall’Europa stentano sempre a partire e spesso non si riesce a spender quel che ci spetta.

Se vogliamo uscire da questa lunga crisi dobbiamo correre, fare in fretta, recuperare il tempo perduto.
Credo che sia il nostro dovere nei confronti dei milioni di ragazzi italiani che hanno il diritto di vivere in un Paese migliore.

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