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Attualità

RISCHIO SPRECHI CON LE NUOVE ETICHETTE

15-12-2014

Assolatte chiede al Governo di intervenire sull’amministrazione europea per scongiurare lo spreco del materiale di confezionamento ancora utilizzabile.


Montagne di confezioni, imballaggi ed etichette da distruggere per inezie, magari solo perché manca una parolina. Ecco perchè Assolatte ha chiesto al Governo di intervenire sull’amministrazione europea per scongiurare lo spreco di tanto materiale di confezionamento, ancora utilizzabile, che la nuova etichettatura metterà fuorilegge. Con pesanti ricadute sui costi e sull‘ambiente.

Confezioni di formaggi su cui è scritto “da consumarsi preferibilmente entro” anziché “da consumarsi preferibilmente entro il…”. Vasetti di yogurt dove compare la tabella nutrizionale con le stesse indicazioni che entreranno in vigore a giorni, scritte però in modo leggermente diverso. Buste di latte con piccole differenze rispetto a quanto richiede la nuova legge, insignificanti per il consumatore  ma che comportano sanzioni per i produttori, i quali dovranno eliminarle come rifiuti, sprecando materiali di confezionamento ancora validi.

E' questa la situazione paradossale in cui si trovano le imprese lattiero-casearie all'entrata in vigore del Regolamento Ue n.1169/2011, datata 13 dicembre scorso.

Assolatte l’ha segnalato al Governo e ha chiesto che intervenga sulla Ue affinché tutti i materiali di confezionamento, gli imballaggi e le etichette oggi perfettamente in regola ma che non soddisfano i requisiti del nuovo regolamento, possano continuare a essere utilizzati sino all’esaurimento delle scorte.

In alternativa, Assolatte chiede che sia il Governo italiano ad adottare questa decisione, anche se in questo caso il provvedimento sarebbe valido solo per i prodotti confezionati destinati a essere commercializzati nel nostro Paese e, quindi, non per quelli destinati all’export.

Per Assolatte si tratta di una richiesta più che legittima considerata la difficile situazione economica del Paese e la necessità che non venga sprecato dalle imprese e dai consumatori neppure un euro. Tra l’altro  una delle cause che ha determinato questa situazione è il ritardo con cui sono state forniti indicazioni e chiarimenti sull’interpretazione e sulle modalità di applicazione del Regolamento europeo.
Senza dimenticare che l’attesa non è ancora finita: mancano ancora gli atti esecutivi che la Commissione Ue avrebbe dovuto emanare riguardo l’indicazione di origine volontaria. Non sono mai arrivati neppure i chiarimenti sull’etichettatura nutrizionale e su altri aspetti generali,  perché la Commissione Europea ne sta ancora discutendo con gli Stati membri.

L’impossibilità di utilizzare i materiali di confezionamento, gli imballaggi e le etichette già acquistati e pronti in magazzino determina per le imprese una perdita economica inaccettabile, in un momento già difficile per la loro attività, e genera uno spreco di risorse e di materiali che, diventando rifiuti, avranno un impatto negativo per l’ambiente, sottolinea Assolatte.