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Attualità

L’EFSA RIBADISCE LA SICUREZZA DELL'ASPARTAME

16-12-2013

Anche l'ultima valutazione fatta dall'EFSA sull'aspartame ne ribadisce la sicurezza alle esposizioni attuali e ne conferma la dose giornaliera ammissibile di 40 mg/kg di peso corporeo al giorno


L’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono sicuri per il consumo umano ai livelli di esposizione attuali: queste le conclusioni dell’EFSA nella sua ultima valutazione del rischio derivante dal consumo del dolcificante e che confermano le valutazioni precedenti.

“Questa parere – ha affermato Alicja Mortensen, presidente del Panel EFSA su Food Additives and Nutrient Sources Added to Foods - costituisce una delle più complete valutazioni del rischio mai effettuate sull’aspartame. E’ un passo in avanti nel rafforzamento nella fiducia dei consumatori nella base scientifica del sistema di sicurezza alimentare dell’Unione europea e nella regolamentazione degli additivi” .

La prima rivalutazione risale al 2006, quando uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna ne mise in discussione la sicurezza. L’Agenzia fu chiamata ad esprimersi in materia anche nel 2010 quando concluse che non vi erano elementi nuovi tali da rendere necessaria un’ulteriore valutazione e ancora nel 2011 quando la Commissione europea chiese di valutare due nuovi studi (uno dei quali ancora dell’Istituto Ramazzini) che non fecero però cambiare idea agli esperti EFSA.

La valutazione appena conclusasi rientra, invece, nel programma di riesame istituito con Regolamento (UE) n.257/2010 di tutti gli additivi alimentari autorizzati prima del 2009 e segna, si spera, la fine delle polemiche legate alla sicurezza di questo diffusissimo dolcificante; polemiche che negli ultimi anni sono state sempre più insistenti e che hanno portato la Commissione europea ha chiedere all’EFSA un’anticipazione della sua valutazione (la scadenza originaria per la presentazione dell’opinione era infatti fissata per il 2020). 

Secondo l’EFSA, l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 40 mg/kg di peso corporeo/die è in grado di tutelare la popolazione generale. Tale quantitativo, come peraltro noto da sempre, non è tuttavia valido per i pazienti affetti da fenilchetonuria.

A seguito dell’esame delle prove fornite da studi condotti sugli animali e sull’uomo, gli esperti hanno escluso il potenziale rischio collegato all’aspartame di causare danno ai geni e indurre il cancro. Gli esperti dell’EFSA hanno inoltre concluso che l’aspartame non causa danni al cervello. L’EFSA ha  poi sottolineato l’assenza, per il feto in via di sviluppo, di rischi dovuti all’esposizione alla fenilalanina derivata dall’aspartame, alle dosi oggi assunte.

Per l’esame, l’EFSA ha potuto contare su un grande numero di informazioni (pubblicate ed inedite) arrivate a seguito dei due inviti pubblici a presentare dati. Tra gli studi presi in considerazione vi sono stati inoltre anche i 112 documenti originali sull’aspartame presentati a sostegno della domanda di autorizzazione della sostanza agli inizi degli anni ‘80. Molto partecipata anche la consultazione pubblica condotta a inizio 2013 sulla bozza di parere con 200 osservazioni presentate e tutte prese in considerazione.