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Attualità

L'ACCORDO SULLA NUOVA PAC

29-07-2013

Scongiurato il pericolo di mantenere in essere forme mascherate di quote per la produzione di latte.


Dopo mesi di incontri e discussioni Parlamento, Commissione e Consiglio dei Ministri europei sono finalmente giunti ad un accordo sulla riforma della “Politica Agricola Comune” (PAC). Scongiurato il pericolo di mantenere in essere forme mascherate di quote per la produzione di latte.

Le istituzioni europee hanno trovato la quadratura del cerchio sulla riforma della PAC. L’accordo si colloca all’interno delle “Prospettive finanziarie pluriennali 2014-2020”. L’Europa,a causa della crisi economica, è costretta a spendere meno per l’agricoltura, che resta comunque la prima voce del bilancio comunitario. Ogni anno, infatti, il 40% del budget comunitario è destinato al sostegno diretto o indiretto dell’agricoltura, per un ammontare complessivo di quasi 57 miliardi di euro.

Numerose le novità in vista.

Aiuti diretti agli agricoltori.
Viene confermato il principio di base: il reddito degli agricoltori europei – come accade in quasi tutte le economie avanzate – viene integrato con aiuti diretti. Mentre prima, però, questi aiuti venivano calcolati sulla base di quanto ricevuto in passato, si va ora verso un'armonizzazione. Chi storicamente riceveva più della media europea – e tra questi ci sono anche gli agricoltori italiani - vedrà diminuire nel tempo il sostegno comunitario. Chi invece fino ad oggi ha ricevuto di meno, incasserà progressivamente più aiuti.

Nonostante le riduzioni, nei prossimi 6 anni gli agricoltori italiani potranno comunque contare su una dotazione complessiva di circa 27 miliardi di euro, che - secondo le stime delle istituzioni europee - dovrebbero permettere pagamenti diretti medi pari a circa 380 euro ad ettaro, a fronte dei 263,5 euro/ettaro di media europea.

Il settore lattiero.
Il nostro è stato uno dei settori su cui il dibattito è stato più acceso. Dopo trent’anni di quote, infatti, si era già deciso di abbandonare i contingentamenti della produzione lattiera. Tuttavia, per timore di effetti negativi sui redditi agricoli, non tutti erano d’accordo su una vera e completa liberalizzazione. Erano pertanto stati immaginati nuovi meccanismi, piuttosto farraginosi, che avrebbero potuto produrre effetti molto simili al vecchio regime di quote.
Il pericolo è però stato scongiurato in quanto le Istituzioni comunitarie, da ultimo, hanno più opportunamente deciso di prevedere strumenti d'intervento, da usare solo in caso di crisi di mercato.

L’accordo finale prevede inoltre aiuti specifici per i giovani agricoltori, nuove misure ambientali, strumenti di gestione delle crisi di mercato.

In conclusione, gli strumenti della nuova PAC puntano a realizzare gli obiettivi comuni in modo efficace, ma flessibile, tenendo conto dell’eterogeneità dei 28 Stati membri. La riforma sarà applicata dal prossimo anno, fatti salvi i pagamenti diretti che si applicheranno dal 2015.