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DAL BRASILE ALL'ALBANIA, DALLA NUOVA ZELANDA ALLA TUNISIA, I FORMAGGI ITALIANI CONQUISTANO NUOVI MERCATI. E L'EXPORT VOLA, ANCHE NEL 1° TRIMESTRE 2013
19-06-2013
Tra gennaio e marzo 2013 le esportazioni di formaggi italiane sono aumentate del 5,8% a volume. Assolatte sottolinea che è merito della crescita dei clienti storici in Europa e Nordamerica ma anche dell'apertura di nuovi mercati in Asia, Oceania e Africa.
Nuovo dato positivo per l’export caseario italiano. Secondo i dati presentati oggi da Assolatte in occasione della sua assemblea annuale, nel primo trimestre 2013 l’Italia ha esportato quasi 70.000 tonnellate di formaggi, mettendo a segno una crescita del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. “Una performance importante, raggiunta grazie all’impegno delle nostre aziende e alla qualità dei nostri formaggi, e che consolida un trend decennale di crescita mondiale – ha commentato l’avv. Adriano Hribal, delegato della presidenza di Assolatte – Ma soprattutto un risultato che si deve sia al consolidamento dei nostri tradizionali clienti in Europa e in Nordamerica sia allo sviluppo di molti nuovi mercati, in particolare in Asia, Oceania, Africa e Sudamerica”.
Sono proprio i nuovi mercati a riservare le maggiori soddisfazioni alle imprese casearie italiane e a evidenziare i tassi di crescita più interessanti. Nei Paesi asiatici, tra 2000 e 2012 l’export di formaggi italiani è triplicato, mentre in quelli africani è cresciuto del 415% in poco più di un decennio. E anche nel primo trimestre 2013 i risultati sono stati positivi e, per molti aspetti, sorprendenti: rispetto ai primi 3 mesi del 2012, l’export caseario italiano è cresciuto del 246% in Nuova Zelanda e del 143% in Albania, dell’85% in Africa, del 20% in Asia e in Norvegia, del 15% in Brasile.
I russi si sono appassionati a crescenze, robiole e formaggi molli, tanto che ne hanno acquistato l‘89% in più rispetto all’anno scorso. Anche i canadesi hanno raddoppiato i loro consumi di questi formaggi mentre gli asiatici li hanno aumentati del 50%. La mozzarella e i formaggi freschi spopolano in Asia, dove in un anno vedono aumentare le vendite dell‘11% ma con punte del 20% a Hong-Kong e a Singapore. Australiani, neozelandesi e russi hanno comprato il 21% in più di mozzarella e formaggi freschi, gli statunitensi il 14% in più rispetto ai primi tre mesi del 2012. I brasiliani hanno quadruplicato gli acquisti di Gorgonzola e aumentato del 46% quelli di Grana Padano e Parmigiano-Reggiano, due formaggi le cui vendite sono aumentate del 20% in Canada e di oltre il 31% in Africa.
E’ in veloce cambiamento, dunque, la geografia delle vendite mondiali dei formaggi italiani, di cui il principale acquirente resta ancora la Francia, che nel periodo gennaio/marzo 2013, sfiorando le 13.000 tonnellate, ha assorbito il 18,4% dei volumi del nostro export caseario. Al secondo posto si conferma la Germania, con il 14,5% dei volumi esportati, e al terzo posto si colloca la Gran Bretagna (9,4%), seguita dagli Stati Uniti (9%), dalla Svizzera (6%), dalla Spagna e dal Belgio (5% ciascuno).
I formaggi italiani più venduti all’estero sono, nell’ordine, la mozzarella e i freschi, il Grana Padano e il Parmigiano-Reggiano, i grattugiati, il Gorgonzola, il Pecorino Romano e il Fiore Sardo, seguiti da altri formaggi della tradizione industriale italiana.