Attualità
L'INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA SI CONFERMA IL PRIMO SETTORE ALIMENTARE ITALIANO
16-06-2009
Oggi a Milano l'assemblea Assolatte (1)
Con un fatturato di 14.500 milioni di euro e una crescita annua dell'1,04%, nel 2008 il settore lattiero-caseario resta il comparto più importante del food&beverage italiano
(Milano, 16 giugno 2009)
E' sempre la numero 1: anche nel 2008, l'industria lattiero-casearia si è confermata il primo settore del comparto alimentare italiano grazie ai suoi 14.500 milioni di euro di fatturato, in crescita dell'1,04% rispetto all'anno precedente.
A rivelarlo sono i dati presentati durante l'assemblea annuale di Assolatte (Associazione italiana lattiero-casearia), tenutasi oggi a Milano. La crescita del giro d'affari e del valore dell'export, unita alla tenuta dei consumi, fanno del lattiero-caseario un settore anticiclico.
"Ma non siamo comunque sfuggiti alla difficile congiuntura internazionale - spiega il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi - Nel 2008 la produzione è calata in volume dell'1,8% e, per la prima volta, da 10 anni a questa parte, l'export è diminuito in quantità (-5%) anche se il trend resta positivo: infatti dal 1995 al 2008 ha visto più che raddoppiare i volumi. Grazie all'industria, però, il settore ha tenuto e si è confermato uno dei motori del made in Italy, con 2.100 imprese e ¼ della produzione italiana di formaggi venduto oltrefrontiera".
Anche il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia ha voluto testimoniare l'importanza del settore con un messaggio di saluto rivolto all'assemblea degli associati Assolatte, confermando l'attenzione del suo dicastero per un settore di fondamentale importanza per l'economia nazionale: "Con la mia azione di Governo, sosterrò tutte le attività e le iniziative utili a rafforzare le nostre imprese e la loro capacità di essere competitive, anche sui mercati internazionali, proprio puntando sui punti di forza del Made in Italy: qualità, sicurezza, trasparenza, identità e tradizione. Insieme condividiamo lo stesso obiettivo: tutelare e valorizzare il nostro ricchissimo patrimonio agroalimentare, le eccellenze che tutto il mondo ci invidia".
Nel corso del 2008 la produzione di formaggi DOP è rimasta sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente attestandosi a 457.566 tonnellate (-0,3% rispetto al 2007). Il 75% di questa produzione proviene da strutture industriali, con punte del 100% per alcuni formaggi, come Gorgonzola e Taleggio.
Dalla ricerca effettuata da Astra Ricerche per conto di Assolatte, presentata durante l'assemblea, emerge che la recessione, che ha spinto 1/3 degli italiani a ridurre i consumi alimentari, non ha in alcun modo diminuito la quota di coloro che acquistano/consumano formaggi (97%), latte (91%, il dato migliore del decennio), e yogurt (77%).
"I consumatori parlano di una contrazione nelle quantità acquistate, con valori diversi a seconda dei prodotti, ma 72 su 100 non hanno abbassato la qualità dei prodotti lattiero-caseari che acquistano" ha spiegato il sociologo Enrico Finzi. L'orientamento, in vari casi addirittura crescente, verso la maggior qualità è confermato da vari risultati specifici della ricerca svolta da Astra per Assolatte: come il trend degli yogurt probiotici e salutistici, di cui ben 8 milioni di nostri connazionali dichiarano di aver incrementato i consumi, e l'apprezzamento per i formaggi DOP, che l'87% degli italiani considera uno dei pilastri portanti dell'edificio del Made in Italy alimentare.
Sul fronte dei consumi interni, i singoli prodotti lattiero-caseari registrano andamenti diversi.
Il 2008 registra un bilancio sostanzialmente positivo per i principali formaggi DOP (con un +4,60% in quantità per il Pecorino Romano DOP), una stabilità nei consumi di formaggi fusi e un dato positivo per la mozzarella vaccina, che ha aumentato i volumi dell'1,78%.
Continua, anche se a velocità più lenta che in passato, la crescita degli acquisti domestici di yogurt e latti fermentati, che registrano un +0,8% a volume rispetto all'anno precedente, arrivando a circa 336.000 tonnellate. Se il prodotto più consumato resta lo yogurt ai gusti (35,8% delle vendite), i santè in pochi anni sono arrivati al 29,8% di quota.
(continua)