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Attualità

QUANDO LA TECNOLOGIA E' AL SERVIZIO DELLA QUALITA': IL CASO DEL LATTE. ASSOLATTE A CIBUS TEC

29-10-2009

Il latte non è solo fondamentale per l'alimentazione umana ma è anche l'emblema del ruolo che la tecnologia ha avuto nel miglioramento e nella diffusione di un alimento prezioso.


L'evoluzione della tecnologia e i progressi dell'alimentazione sono stati tema del convegno "Tecnologia a servizio della qualità. "Il caso latte" organizzato da Assolatte nell'ambito della manifestazione Cibus Tec di Parma.

Nel corso dell'incontro Carlo Cannella (Presidente INRAN) ha evidenziato come la pastorizzazione, i trattamenti termici e i moderni sistemi di confezionamento hanno permesso di combattere sia le carenze nutrizionali che le intossicazioni alimentari.
Le tecnologie hanno infatti trasformato il latte in un alimento di larghissimo consumo ed ovunque e chiunque, oggi, può trarre vantaggio dalle proteine, vitamine e minerali che caratterizzano questo prezioso prodotto.

In relazione al fenomeno della vendita del latte crudo Cannella ha manifestato senza mezzi termini le preoccupazioni del mondo scientifico. "Bere latte crudo - ha detto - è come giocare alla roulette russa. E' da incoscienti portare il latte crudo nelle scuole, sollecitando i bambini a berlo".
Il presidente dell'INRAN è stato molto critico anche nei confronti della propaganda che viene fatta su questo prodotto. "Vengono vantate fantomatiche prerogative nutrizionali (stimola il sistema immunitario ha proprietà nutraceutiche per il trattamento di varie patologie aumenta le difese fisiologiche favorisce il processo per la coagulazione del sangue) che non trovano alcun riscontro nella letteratura scientifica. Siamo quindi in presenza di pubblicità ingannevole".

E a proposito delle differenze di valore nutritivo ha ricordato che dalla letteratura scientifica emerge chiaramente infine che non esistono differenze nutrizionali significative tra il latte crudo e quello sottoposto a trattamento termico. "Le minime differenze tra i due prodotti sono ampiamente annullate da un regime alimentare corretto" ha concluso.

Paolo Aureli (Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell'Istituto Superiore di Sanità) ha parlato dei progressi fatti nella produzione del latte alla stalla.
Benessere e sanità animale, igiene della stalla, una corretta gestione della mungitura sono i fattori principali che hanno contribuito negli ultimi anni a ridurre in maniera rilevante i rischi della contaminazione da patogeni.
Aureli ha poi presentato i più recenti dati scientifici in materia di tossinfezioni alimentari. "Un elevato numero di infezioni alimentari e riconducibile al consumo di latte crudo e queste malattie dipendono con ogni probabilità dal sistema di distribuzione e dalle modalità di conservazione del prodotto. Sarebbero necessari maggiori controlli, non solo sul latte di partenza, ma anche sui distributori che sembrano non essere in grado di garantire costanza qualitativa del prodotto".

Germano Mucchetti (Dipartimento Ingegneria Industriale dell'Università di Parma) è intervenuto sulle tecnologie che valorizzano la qualità del latte.
"Per poter distribuire il latte su tutto il territorio nazionale occorre conservarlo per un tempo superiore alle poche ore concesse dalla natura, intervenendo con opportune e diverse tecnologie - ha detto il professore. La tecnologia applicata dall'industria offre garanzie igieniche, qualità costante, riducendo le numerose variabili riconducibili alle caratteristiche delle singole stalle, maggior digeribilità del prodotto grazie all'omogeneizzazione del grasso che assicura una migliore digeribilità. La moderna tecnologia è votata a modificare il meno possibile il prodotto, coerentemente con l'obiettivo primario di garantire sicurezza e disponibilità del latte nel tempo a tutti i consumatori.
Anche Mucchetti si è soffermato sulle problematiche legate al consumo di latte crudo e sulla comunicazione rivolta al consumatore. In particolare i messaggi sulle presunte proprietà antiallergeniche del latte crudo sono davvero pericolosi per il consumatore portatore di allergie a componenti del latte.
Altri elementi che aumentano il rischio per il consumatore di latte crudo sono il limitato controllo sulla temperatura del frigorifero domestico, la possibile post-contaminazione da contenitore e al dispenser, la difficoltà in caso di tossinfezione di risalire all'alimento responsabile, l'assenza di etichettatura e quindi della provenienza dell'alimento.

Al convegno ha partecipato anche Codacons che ha presentato una ricerca svolta nel 2009 su 92 distributori automatici in Emilia Romagna (la quasi totalità dei dispenser presenti nella regione).
I dati presentati dall'organizzazione consumerista sono allarmanti: "più della metà dei distributori monitorati presentava una temperatura di conservazione del latte superiore a quella prescritta dalla legge e in molti casi è stata riscontrata una collocazione del dispenser del tutto inadeguata".
Dai dati presentati emergono carenze igieniche, una qualità di prodotto mediocre e in un numero di casi non trascurabile perfino un possibile annacquamento del prodotto. Codacons ha anche rilevato numerosi casi di non rispetto dell'ordinanza del Ministero della Salute del 2008.
"La nostra organizzazione sarebbe favorevole all'istallazione dei distributori automatici - ha concluso - ma la salute del consumatore è un bene fondamentale e la qualità del prodotto deve essere garantita da tutti. Così come non tollereremo più il tipo di propaganda del tutto ingannevole che viene troppo spesso effettuata su questo prodotto".

Le presentazioni al convegno sono disponibili su richiesta (assolatte@assolatte.it).