Attualità
GLI AUMENTI DELL'IVA POSSONO METTERE IN GINOCCHIO L'INDUSTRIA LATTIERO CASEARIA
06-12-2011
Assolatte chiede misure che non danneggino le imprese del settore
Le imprese lattiero-casearie, a fronte del 21% o del 10% di IVA versata sull'acquisto dei fattori produttivi e delle materie prime, recuperano solo il 4% dalla vendita dei prodotti finiti (latte e formaggi).
Risultano quindi, strutturalmente, creditrici d'imposta. Al rimborso della differenza versata in eccesso - cioè di denaro che appartiene all'azienda - è tenuto a provvedere l'erario, che dovrebbe farlo entro 3 mesi, ma che, in realtà, provvede con ritardi enormi, che vanno da 18 a 24 mesi.
"Per circa 2 anni, quindi, - spiega il Presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi - le aziende del settore non possono disporre di una parte importante della propria liquidità, che per molte corrisponde a svariati milioni di Euro.
Una situazione, tra l'altro, in rapido peggioramento. Inoltre le imprese maggiormente attive nell'export sono quelle più penalizzate dai ritardi nei rimborsi, non recuperando IVA dalle vendite all'estero."
Per sopperire a tale indisponibilità, si deve ricorrere a mutui e prestiti bancari, con costi ingenti che nessuno rimborserà mai e che sono enormemente lievitati a causa dell'impennata dei tassi di interesse.
Per di più, ormai, l'accesso al credito si sta chiudendo, per mancanza di liquidità del sistema bancario.
Se verranno decisi nuovi aumenti per le aliquote IVA del 21% e del 10%, l'entità del credito d'imposta arriverà a livelli tali da compromettere l'attività dell'industria lattiero-casearia, a meno che non vengano adottate simultaneamente misure per accrescere il plafond di compensazione e velocizzare il rimborso del credito residuo.
"Un danno grave per un settore che - sottolinea Ambrosi -andrebbe invece salvaguardato essendo tra i più importanti ambasciatori nel mondo dell'eccellenza del made in Italy, il cui sviluppo produce buona occupazione ed incremento del PIL."
"In fin dei conti - conclude il Presidente di Assolatte - chiediamo solo che ci vengano restituiti i nostri soldi, nell'interesse stesso dell'erario e del bisogno di crescita del Paese."