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Attualità

GIORNATA NAZIONALE ANTICONTRAFFAZIONE

09-07-2010

Assolatte ha partecipato all'importante manifestazione di Confindustria del 7 luglio. L'italian sounding si combatte con la conoscenza, la pubblicità, la promozione, una buona posizione e distribuzione nei supermercati e con l'aiuto dei ristoranti italiani all'estero.


Quello della contraffazione è uno dei problemi cardine dell'attività industriale italiana e riguarda tutti i settori produttivi: dal tessile all'arredo, dalla musica all'alimentare.

Per parlare dei mille problemi legati alla contraffazione, lo scorso 7 luglio, Confindustria ha organizzato la "Giornata nazionale anticontraffazione".

Nel corso della giornata si sono tenute numerose iniziative, culminate in un grande convegno presso l'Auditorium della Tecnica di Roma, che ha avuto il supporto del Ministero per lo sviluppo economico, del Dipartimento delle politiche comunitarie e il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri.

Il presidente Ambrosi è stato chiamato a partecipare all'iniziativa, come unico rappresentante del settore alimentare.

Nel suo intervento, Ambrosi ha ricordato che con 120 miliardi di fatturato e 380.000 dipendenti, l'alimentare è il secondo settore manifatturiero del paese: il 12% della ricchezza prodotta in Italia viene dall'industria alimentare, nota in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti.

Il presidente ha poi fatto un breve inquadramento del settore lattiero caseario italiano, ricordando i numerosi problemi di contraffazione con i quali è costretto a convivere sugli scaffali di tutto il mondo.

"Le nostre imprese e i nostri prodotti - ha detto Ambrosi - subiscono tre differenti tipi di imitazione: quella legata ai marchi, l'usurpazione delle denominazioni geografiche e l'italian sounding. Mentre in altri settori, però, predomina l'imitazione dei marchi, il food e il lattiero caseario sono più colpiti dagli altri due tipi di usurpazione".

"Si pensi al Parmesan, ai mille Grana prodotti in giro per il mondo, alle decine di Gorgonzola, Cambozola, Norzola, Provoloni, Asiaghi al Romano Cheese, propinati ai consumatori come se fossero davvero le perle della nostra tradizione alimentare".

"Il fenomeno che incide di più sulla nostra possibilità di crescita all'estero, però, è quello dell'italian sounding. Secondo le stime di ICE, solo sul mercato americano i prodotti che si rifanno all'Italia valgono circa 20 miliardi di euro, 10 volte il fatturato totale dell'export alimentare su quel mercato".

"Sono innumerevoli i prodotti che sfruttano sull'etichetta le immagini del nostro paese: il Vesuvio, il Colosseo, gli antichi Romani, la campagna italiana, la costiera Amalfitana, il tricolore, tutto serve a far vendere meglio prodotti che di italiano non hanno nulla".

Secondo le stime dell'ICE, in totale, la contraffazione del made in Italy vale nel mondo circa 60 miliardi di euro.

"Ma l'Italian sounding è anche un'opportunità - ha concluso il presidente. Chi compra prodotti che sembrano italiani, in realtà vuole i prodotti veri e quando li conosce non li lascia piu''