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Attualità

COSÌ SI UCCIDE IL MADE IN ITALY

16-07-2010

E tutti saranno vittime. Le imprese agricole e industriali, i lavoratori e i consumatori.


E tutti saranno vittime. Le imprese agricole e industriali, i lavoratori e i consumatori.

Con queste parole si apre l'annuncio che verrà pubblicato domani sui principali quotidiani della Lombardia a commento della trattativa tra allevatori e aziende lattiero casearie per la definizione del prezzo del latte alla stalla per il secondo semestre dell'anno.

"Abbiamo deciso di parlare alle istituzioni, ai nostri fornitori di latte e ai consumatori alla vigilia di una settimana che si annuncia critica nei rapporti tra allevatori e industria - spiega Giuseppe Ambrosi Presidente di Assolatte - affinché tutti conoscano la realtà dei fatti e per invitare tutti ad un forte senso di responsabilità".

Per settimane abbiamo letto dichiarazioni di ogni tipo sulla "miopia" delle nostre imprese e abbiamo subito attacchi sulla qualità dei nostri prodotti, di quello cioè che ogni giorno esce dalla nostre aziende ed arriva sulle tavole degli italiani. Non potevamo continuare a tacere ed abbiamo deciso di raccontare la nostra verità.

Gli allevatori lamentano che i prezzi riconosciuti dall'industria sono troppo bassi ed hanno chiesto un aumento del 20%, alcuni arrivano a minacciare ritorsioni di ogni tipo. Si tratta di richieste ingiustificate che non sono in linea né con quello che accade nel resto di Europa né con le esigenze delle famiglie italiane. Ci rendiamo conto dei problemi degli allevatori, ma abbiamo il dovere di pensare alle nostre aziende, ai nostri dipendenti e alle difficoltà delle famiglie italiane, alle quali non possiamo chiedere sacrifici così importanti.

Fin dal primo incontro ci siamo detti disponibili a riconoscere un aumento del 4% su un prezzo che pochi mesi fa era stato ritenuto congruo dagli stessi allevatori. Non è giusto chiedere di più, perché si mettono fuori mercato i prodotti fatti in Italia, si favoriscono le importazioni di prodotti finiti - che aumentano di anno in anno - e si uccide il "Made in Italy", che è un patrimonio industriale troppo importante per il nostro paese.

Con l'annuncio, Assolatte ricorda che tutto il latte prodotto negli allevamenti italiani viene acquistato e trasformato dalle aziende italiane, non c'è litro di latte prodotto in Italia che non venga collocato e che non venga pagato agli allevatori più quanto accade nei paesi confinanti, dove il medesimo prodotto costa in media il 20% meno che in Italia.

Tra l'altro negli ultimi anni le industrie lattiero casearie hanno lavorato duramente per ridurre i loro costi di produzione, hanno reso più efficienti i processi produttivi ed hanno ridotto i prezzi di molti prodotti. Un esempio tra tutti: nel giro di un anno il prezzo medio del latte fresco al consumo è diminuito anche di 25 centesimi al litro.

Queste riduzioni hanno garantito alle famiglie italiane risparmi importanti, che secondo ISTAT hanno superato i 270 milioni di euro. Gli aumenti richiesti dagli allevatori porterebbero invece ad un aumento dei prezzi al consumo, con un maggiore costo per le famiglie compreso tra 500 e 700 milioni di euro, cifre che crediamo non siano proponibili.

E' il momento di dimostrare senso di responsabilità nei confronti del Paese, senza lasciarsi tentare da iniziative demagogiche e controproducenti, che danneggiano l'industria e a cascata tutti gli anelli della filiera. Senza un'industria forte e capace di competere, la filiera italiana del latte rischia di non aver alcun futuro. "Mi aspetto che il nostro appello non rimanga inascoltato - conclude Ambrosi - e che anche dalle istituzioni giunga per tutti un invito alla responsabilità".